Tu ti arrampicavi come un’edera la bambina ti seguiva e rideva. Cercava la luce giusta per poterti guardare. Quando le ombre degli alberi si allungarono noi due ci confondemmo. Non riuscivo più a vederti mentre l’inverno veniva verso di me, dal lago ghiacciato. Eppure eravamo. Chissà se lo sapevi. Non ballavo più davanti alla tua macchina da presa. Tra me e te vedevo le ombre. Ora che sei andato via...
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L'ultima volta è stata quando non ci siamo salutati. La bambina si è cristallizzata non è mai andata via. Stacchi i quadri dalle pareti e li lasci cadere. #Sonia Ciuffetelli
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Mi fanno nostalgia le persone perdute le vedo tornare in una seconda vita parlarmi mentre dimentico la voce. Tra noi e gli sguardi caduti credo di vedere il nuovo disegno della luce intercorsa e passeggio con un passo posato su una visione nuova; devo essere distante per conoscerti la pelle guarita dalle antiche carezze non sapere cosa stai facendo diventare sola. Sonia Ciuffetelli ...
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Una poesia tratta dal libro La Colonizzazione invisibile, Arcipelago itaca. XXXVII. Immaginazione Se la luna restasse ferma a mezzogiorno potrei essere incarnazione del creato rifiorire ogni ora dai ritorni ripensarti come un satiro bifronte. Se la musica del vento sentisse tutto il vuoto delle scatole parlanti genererebbe correnti planetarie interconnessioni indotte tra i vivi e i fili tra sangue, respiri e fibre ottiche fino a tornare pangea, placca, primordio. Ma...
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